“La moltitudine di coloro che eran venuti alla fede aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune” Atti 4,32
La Fondazione Homo Viator San Teobaldo crede fermamente nell’importanza della conoscenza, condivisione ed aiuto alle attività caritative, che si incontrano lungo l’esperienza del pellegrinaggio.
Si tratta di persone che operano nei luoghi visitati e che hanno a cura progetti, azioni, missioni o idee a favore della popolazione cristiana e non del posto.
I pellegrinaggi diventano, quindi, un’occasione per incontrare luoghi che raccontano, conoscere veri testimoni ed essere solidali con loro.
Per questo motivo crediamo sia giusto definire le attività caritative con la denominazione “Pietre Vive”.

EFFETA’ BETLEMME
La Storia
L’Istituto “Effetà Paolo VI” è sorto a Betlemme per desiderio di Papa Paolo VI durante la Sua visita in Terra Santa nel 1964. In quell’occasione Sua Santità constatò la presenza di numerosi bambini non udenti privi di assistenza, ed espresse il desiderio che fosse realizzata un’opera educativa per la loro riabilitazione.
Il 30 giugno 1971 il Cardinale Massimiliano Furstemberg inaugurò la Scuola, la cui gestione fu affidata alla Congregazione delle Suore Maestre di Santa Dorotea, Figlie dei Sacri Cuori di Vicenza (Italia), già presenti in Terra Santa dal 1927.
Il 6 settembre 1971 ventiquattro bambini audiolesi iniziarono il programma riabilitativo audiofonetico con un curriculum scolastico che, secondo la normativa, prevedeva la conclusione alla sesta classe. Oggi la scuola accoglie circa 150 bambini e ragazzi, con possibilità di conseguire il diploma della scuola superiore.
Lo scopo
Le finalità principali del Centro sono la formazione e la preparazione dei suoi studenti ad affrontare la società con la consapevolezza che la sordità non è un ostacolo per un’affermazione personale nell’ambiente civile. È un luogo di incontro, di amicizia, di educazione, di cultura, dove il silenzio dell’ascolto diverso, della comunicazione alternativa è custodito dall’impegno e dall’amore. Da ricordare anche il difficile contesto in cui sorge la scuola: l’Istituto Effetà Paolo VI si trova a Betlemme, nei territori della Cisgiordania, a circa 10 km da Gerusalemme, dalla quale è separato dall’alto muro costruito dagli ebrei. In una città abitata da palestinesi, arabi musulmani e arabi cristiani che vivono di artigianato e di poco turismo, la scuola, è anche il centro di una forte azione sociale.

CARITAS BABY HOSPITAL BETLEMME
Le porte del Caritas Baby Hospital sono aperte ogni giorno, senza interruzione, dal 1952 per bambini ammalati e per le madri, indipendentemente dalla loro religione e dalla loro estrazione sociale. La notte di Natale del 1952, il prete svizzero padre Ernst Schnydrig, stava recandosi alla messa nella Basilica della Natività. Nel breve tragitto che lo portava alla chiese, passando vicino ad un campo profughi, incontrò un uomo palestinese intento a seppellire il proprio figlio morto per mancanza di cure mediche di base. Da quell’incontro nacque il sogno di un ospedale aperto a tutti i bambini.
Oggi, il Caritas Baby Hospital è diventato un’oasi di tranquillità e di pace per i piccoli e per le loro famiglie che vivono in Cisgiordania. In quest’area abitano circa 300mila bambini, privi di una reale possibilità di assistenza sanitaria. Nella regione, il Caritas Baby Hospital rappresenta una struttura insostituibile. La situazione di continua crisi e conflitto nella Striscia di Gaza ha portato anche bambini di quel piccolo lembo di terra ad essere curati nel Caritas Baby Hospital.
Ogni anno dal poliambulatorio del Caritas Baby Hospital passano 48.000 bambini. Nei 74 letti dei reparti vengono accolti quasi 5.000 piccoli degenti.
A fine 2019 è partita la costruzione della nuova Unità di Osservazione Pediatrica Breve. Negli ultimi anni è stata creata l’Unità di Terapia Intensiva: l’ospedale è ben attrezzato anche per la gestione delle emergenze e il trattamento di piccoli pazienti in condizioni critiche. Nell’ottobre del 2014 è stata inaugurata la “Play Room” (Stanza dei Giochi”), in cui i bambini possono giocare e studiare e, in questo modo, guarire.

PROGETTO BELLEZZA IN RICAMO
“Bellezza in ricamo” è un progetto a favore delle donne palestinesi, la responsabile dell’operazione è Sr. Gemmalisa Mezzaro, elisabettina che opera presso il Caritas Baby Hospital a Betlemme.
Dall’inizio della seconda intifada (28 Settembre 2000), le condizioni di vita della popolazione di Betlemme sono diventate particolarmente difficili. Attraverso questa iniziativa le donne in difficoltà economiche possono, grazie al lavoro del ricamo, possono avere la possibilità di un piccolo guadagno per la propria famiglia. Inoltre hanno l’opportunità di aprire i loro interessi a qualcosa di utile e allo stesso tempo piacevole, aiutandole a mantenere creatività e dinamismo.
Insegnare e incoraggiare il lavoro di ricamo risulta un’azione di grande valore educativo: le donne palestinesi riscoprono la bellezza della loro cultura e delle loro genuine tradizioni, tramite l’apprezzamento che viene dato al loro valoro.
I vari ricami (cuscini, foulard, astucci, portacellulari, segnalibri, sacchettini per confetti ecc.) possono essere utilizzati per confezionare bomboniere per battesimi, comunioni, matrimoni e nei mercatini missionari.

TENDA DELLE NAZIONI
Daoud Nassar abita in una fattoria su una collina che si trova a circa quindici chilometri da Betlemme, nel pieno dei Territori palestinesi. Fu suo nonno ad acquistare quel terreno quando la Palestina era ancora sotto l’impero Ottomano, nel 1916. Daoud e i suoi fratelli, come suo padre prima di loro, crescono su quella collina e rimangono fedelmente legati a quel luogo.
Ma in quell’angolo di mondo la terra è una coperta troppo corta, che spesso viene conquistata strappandola ai vicini. Per comprare l’ultima collina della zona rimasta in mano a una famiglia palestinese, gli israeliani offrono a Daoud addirittura un assegno in bianco, ma la sua risposta è chiara e coraggiosa: «La nostra terra è la nostra madre. E la nostra madre non è in vendita».
Daoud non si arrende e decide di non rispondere alla violenza con la violenza, anzi, apre la sua fattoria a chiunque voglia andare a trovarlo, accoglie da numerose parti del mondo volontari che condividono l’idea di resistenza non-violenta e che vengono per dargli una mano. La vera missione di Daoud è aprire spazi di conoscenza e di comunicazione: dalla sua fattoria passano tante persone, a partire da israeliani e palestinesi.
Nelle tende che ospitano i volontari tutti hanno la possibilità di guardarsi negli occhi e di provare a dialogare. Forse non saranno quei piccoli e timidi incontri a cambiare la storia, ma è dai gesti concreti di persone come Daoud che si inizia a costruire la pace, anche in quei luoghi dove sembra impossibile liberarsi dalla logica del conflitto.

TARSHIHA NORD GALILEA
Tarshiha, è il nome arabo di una località del nord della Galilea nel territorio di Israele e vive una minoranza cristiana greco-cattolica in comunione piena con la Chiesa cattolica. Tarshiha ha anche la presenza dei cristiani ortodossi, dei musulmani, circondati da un’innumerevole presenza di ebrei. La minoranza cristiana greco-cattolica non raggiunge il 3% della popolazione di Tarshiha.
Ad oggi, la comunità è retta da padre Gibran, con la presenza di un consiglio pastorale attivo e dinamico e le Suore Dorotee di Vicenza. E’ indispensabile aiutare la minoranza cristiana di Terra Santa a rimanere in questa terra, altrimenti si corre il rischio di una continua escalation di abbandono delle proprie case e del proprio paese.

CUSTODIA DI TERRA SANTA
La Custodia di Terra Santa è stata promossa, ideata, pensata da San Francesco nel suo primo pellegrinaggio in Terra Santa nel 1219-20. La sua idea era quella di fare una crociata pacifica e una presenza francescana che potesse custodire i luoghi santi ma anche preservare, educare, sostenere anche persone che abitano i luoghi santi cristiane, ebree e musulmane.
È proprio nella città di Gerusalemme che, da più di sette secoli, vivono e operano i frati francescani, a nome della Chiesa tutta. La loro missione si chiama Custodia di Terra Santa e i francescani oggi come ieri vi continuano la loro opera, fedeli alla condizione di missionari e di profeti di riconciliazione e di pace.
Custodire i Luoghi santificati dalla presenza di Gesù ha delle modalità concrete. Esse si esprimono con l’animazione delle liturgie nei santuari sia per i pellegrini che per le chiese locali, con l’accoglienza dei pellegrini che giungono da tutte le parti del mondo per pregare e sostare in questi Luoghi e mantenere le strutture di tali Luoghi nel loro corretto funzionamento. Accanto ai Luoghi Santi sono presenti le chiese locali. Le comunità locali sono costituite da parrocchie di diversi riti e tradizioni, sia cattoliche che ortodosse (occidentali ed orientali). Amare le pietre che custodiscono la memoria di Gesù li spinge ad amare le pietre vive, le comunità cristiane, che da sempre vivono in quei luoghi. Sono numerose le attività formative e sociali della Custodia per il supporto alla presenza cristiana in Terra Santa: scuole, costruzione di abitazioni, aiuto alle diverse forme di povertà.
Vi è poi lo Studium Biblicum Franciscanum, facoltà di scienze bibliche e archeologia. È una delle massime istituzioni scientifiche per la ricerca e l’insegnamento accademico della Sacra Scrittura e dell’archeologia dei paesi biblici. Ideato dalla Custodia francescana di Terra Santa nel 1901, opera ininterrottamente dal 1924.

MACHSOM WATCH
Machsom Watch è un movimento pacifista e non violento di donne israeliane di varia estrazione sociale, che si oppongono alla politica di occupazione israeliana e alla negazione del diritto dei palestinesi “di muoversi liberamente nella loro terra”.
Dal 2001, trascorrono le loro giornate ai posti di blocco dell’esercito israeliano in Cisgiordania, lungo il muro di separazione e nella Seam Zone, nelle strade principali e in quelle sterrate, negli uffici dell’amministrazione civile e nei tribunali militari. Con Seam Zone si definisce una zona di terra in Cisgiordania situata ad est della Linea Verde e ad ovest della barriera di separazione israeliana, popolata in gran parte dagli israeliani negli insediamenti come Alfei Menashe, Ariel, Beit Arye, Modi’in Illit, Giv ‘a Ze’ev, Ma’ale Adumim, Beitar Illit e Efrat.
Documentano regolarmente ciò che vedono e sentono, niente di più. I rapporti delle loro osservazioni sono pubblicate sul loro sito Machsom Watch e inviate ai funzionari pubblici e ai rappresentanti eletti. Con le loro relazioni, che rivelano la realtà di tutti i giorni, cercano di informare l’opinione pubblica nel Paese e nel mondo, e di fare pressione sulla società civile per porre fine alla stressante quotidianità di cittadini israeliani e palestinesi.

FONDAZIONE PRO.SA ONLUS
Progetto in Armenia presso l’Ospedale Redemptoris Mater gestito dalla Fondazione PRO.SA Onlus
IL PROGETTO
L’Ospedale Redemptoris Mater sorge sulla piana di Ashotsk a 2.000 metri di altitudine. È stato costruito dalla Caritas Italiana nel 1991 e donato da Papa Giovanni Paolo II al popolo armeno. La gestione dell’ospedale è stata affidata, sin dagli inizi, ai missionari camilliani. Con una disponibilità di 100 posti letto, esso è al centro di un sistema sanitario che copre 22 villaggi con ambulatori collegati all’ospedale. La popolazione del distretto sanitario è di circa 15.000 persone. All’ospedale giungono pazienti anche dalla vicina Georgia e da ogni parte dell’Armenia. È l’unico ospedale regolarmente funzionante che offre un’assistenza qualificata e gratuita. Nell’ospedale ci sono quattro reparti: medicina, chirurgia, maternità e pediatria. Un pediatra è assunto solo per fare servizio nei villaggi. Medici italiani si recano all’Ospedale Redemptoris Mater per tenere corsi di aggiornamento ai medici e agli infermieri che vi lavorano.
La Fondazione PRO.SA raccoglie e acquista, in Italia, farmaci, pasta, riso, olio e altri beni di prima necessità che vengono inviati in Armenia a mezzo container.
IL CONTESTO
L’Armenia negli ultimi anni ha dovuto affrontare la difficile transizione da un’economia pianificata a un modello liberale, le conseguenze del terribile terremoto del 1988 e le ripercussioni dei conflitti con l’Azerbaigian e la Turchia. La zona d’intervento del progetto è quella che è stata maggiormente colpita dal terremoto del 7 dicembre 1988 che ha provocato oltre 25.000 vittime. Il terremoto rase al suolo la cittadina di Spitak (20.000 abitanti), distrusse interamente la città di Giumry (360.000 abitanti) ed altri centri abitati e devastò 400 villaggi. Dal 1995 l’economia ha iniziato ad avere tassi di crescita positivi ma, a causa della crisi internazionale, ha subito un forte rallentamento e il governo armeno è stato costretto a contrarre altri prestiti con la Russia e con il Fondo Monetario Internazionale.
L’ospedale Redemptoris Mater si trova ad Ashotsk, un comune di circa 2.500 abitanti della provincia di Shirak. Per gli abitanti dei villaggi vicini sono presenti 21 ambulatori e vengono organizzate delle visite a domicilio. Si tratta di un ospedale che cerca di contrastare gli effetti prodotti dal sistema di salute nazionale armeno, il quale essendo a pagamento, prevede che in media il 61 % delle spese mediche sia a carico dell’ammalato che, se non può pagare, resta escluso dalle cure.
Per chi ne ha la possibilità è richiesto di contribuire alle spese tramite una sorta di ticket, altrimenti le visite vengono offerte gratuitamente. Le attività degli ambulatori esterni e del Pronto Soccorso sono interamente gratuite, per questo le donazioni si rilevano estremamente importanti.

NON DALLA GUERRA
Non Dalla Guerra è un’associazione nata a Vicenza nel 2016. Ha preso il via da un piccolo gruppo di giovani che sentivano il bisogno di non essere più spettatori passivi di ciò che accade nel mondo. Giovani che, dopo essere entrati in contatto con chi ha subito le conseguenze della guerra, hanno capito che la pace e il cambiamento dipendono da ognuno di noi. Lo scopo dell’associazione è sensibilizzare la cittadinanza sui temi dei conflitti e delle migrazioni per promuovere un’educazione alla pace e al dialogo e offrire ai giovani la possibilità di vivere un’esperienza di volontariato e di incontro con i rifugiati siriani e iracheni in Giordania.
I progetti sono realizzati in collaborazione con Caritas Jordan, che è anche la destinataria delle numerose raccolte fondi promosse durante tutto l’anno. Le somme raccolte vanno a sostegno di iniziative per la scolarizzazione per bambini e ragazzi siriani e iracheni e per il supporto alle migliaia di rifugiati che ogni giorno si rivolgono ai suoi centri.

AMICI DI ADWA
La missione Kidane Mehret si trova a Adwa in Etiopia, regione per anni segnata dalla guerra, carestie e gravi carenze del sistema sanitario. I Salesiani, con l’aiuto delle Suore di Maria Ausiliatrice, hanno saputo operare con dedizione ed impegno fino a diventare un vero e proprio punto di riferimento per l’istruzione, la formazione, l’assistenza della popolazione locale. Dal nulla iniziale ora la missione offre: una scuola materna, elementare, media, superiore, tecnica, promozione della donna, assistenza sociale e medica… un vero miracolo!
L’anima di questa realtà è la vulcanica suor Laura, madre superiora e fondatrice, sempre pronta a rispondere ai bisogni della “sua” gente, dai piccoli ai Capi di Stato. E’ lei che accoglie i nostri gruppi e dona con entusiasmo testimonianza delle attività della missione. In Italia opera l’Associazione Amici di Adwa Onlus, che si occupa principalmente di adozioni a distanza; raccolta fondi per diversi progetti; comunicazione pubblica a livello locale e nazionale; formazione e selezione per l’invio di personale volontario; contatto con Organizzazioni ed Enti aventi gli stessi scopi.

ASSOCIAZIONE PRO TERRA SANCTA PER LA SIRIA
A differenza di molte organizzazioni umanitarie, i frati della Custodia non hanno mai lasciato la Siria e sono ancora saldamente presenti in varie zone come Latakia, Damasco, Aleppo e in alcuni villaggi della valle Orontes. I frati aiutano la popolazione locale senza distinzione di razza, appartenenza religiosa o nazionalità, con particolare attenzione a bambini e donne. Il loro intervento si articola in queste principali attività: aiuto e sostegno ai più poveri; interventi sanitari e distribuzione di medicinali; studio, educazione per bambini e giovani; ristrutturazione e sviluppo.
Tramite l’Associazione pro Terra Sancta si può essere al loro fianco nel coordinamento dei centri di emergenza, assistenza e sviluppo. Nonostante gli aiuti continua ad esserci grande necessità di cibo, latte per i bambini, vestiti, occhiali, medicine, apparecchiature mediche. C’è anche bisogno di aiutare chi deve ricostruire la propria casa distrutta dai missili e chi non ha più i mezzi per pagare le rette scolastiche dei propri figli.